La mattina aveva sempre un gusto amaro per F. non era mai
riuscita a svegliarsi prima delle dodici. Era un sorta di rito, apriva gli
occhi a mezzogiorno in punto. Questo accadeva forse perché andava a letto ogni
santa giornata non prima delle quattro di mattina o forse perché amava poltrire
nel letto anche se non dormiva. La sua vita scombinata in realtà aveva un
ordine maniacale del disordine. Amava tirare tardi con gli amici in strada e
bere e ubriacarsi un po’ in quantità moderata. Uno standard comune per i
ragazzi della sua generazione cresciuti all’ombra del mito dello sballo e del
divertimento a tutti i costi. Non amava vestiti e trucco indossava quasi sempre
pantaloni consunti e aderenti e magliette logore e curava solo i capelli che
colorava di un rosso intenso e innaturale. Indossava però tacchi altissimi che
le davano un’andatura incerta e insicura ed il rischio cadute aumentava con le
fasi dello sballo notturno. Aveva un corpo filiforme e un seno prorompente e
per strada non passava mai inosservata. Due gambe affusolate e slanciate ed un
sedere preciso e rotondo facevano da contorno alla folta capigliatura: riccioli
rosso fuoco che si muovevano come molle sulle esili spalle. Il denaro per lei
non era mai stato un problema, aveva un vitalizio che i suo genitori morti
anzitempo le avevano lasciato. Non era una somma da capogiro, ma per le piccole
esigenze potevano bastare. La sua vita
procedeva con la solita regolarità discutibile: dopo la solita sveglia, finiva
quasi sempre sotto la doccia poi di rito un caffè caldo e un biscotto, poi si
tuffava per le strade del centro storico di Napoli dove raggiungeva i sua
amici, un gruppo di perdigiorno senza futuro che aveva come unico scopo nella
vita quello di bere e assumere droghe senza freni. La vita però spesso riserva
sorprese inaspettate e per F quello sarebbe stato un giorno che avrebbe cambiato
per sempre la sua esistenza… (continua)
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