Occhi digitali che monitorano
il vecchio globo come una mamma attenta e scrupolosa. Nel cielo non ci sono più
solo le stelle, ma anche tantissimi meccanismi che ci studiano e osservano ogni
minimo cambiamento e lo trasformano in affari da milioni di euro.
Lo scopo dell’azienda costruttrice
sarebbe quello di abbassare notevolmente i costi delle missioni spaziali e
cercare di creare una mappa dettagliata della Terra, con questi piccoli
gioielli della tecnologia alimentati con semplici batterie da compute.
L’iniziativa aprirebbe
un ampio varco ai numerosi progetti umanitari di cui la Planet Labs si fa promotrice
che includerebbe: il monitoraggio della deforestazione, la pesca illegale e l’aiuto
in caso di disastri ambientali.
Un sostegno non da poco,
considerando che l’impresa americana ha già messo sopra le nostre teste già
decine di dispositivi che una volta collegati tra di loro saranno in grado di
conoscere ogni angolo della Terra.
La Silicon Valley, non
contenta di cambiare già la nostra vita di tutti i giorni con un massiccio ed
estenuante bombardamento tecnologico, sta cercando di conquistare un affare che
prima era solo dei governi nazionali e i giganti dell’industria aerospaziale.
Le nuove ditte del settore cercano di soppiantare le vecchie con un’offerta più
a basso costo e una tecnologia di gran lunga migliore. I costi di lancio e di
progetto sono sicuramente minori, un effetto della concorrenza, ma anche alla
volontà di piccole factory che cercano di trovare nel mercato in perenne crisi
nuove forme di guadagno.
La Planet Labs entro un
anno sarà capace di creare una mappa dettagliata e quotidiana della Terra. La maggior parte dei pezzi per fare i
dispositivi sono stati procurati online e costa il 95 per cento in meno
rispetto a un satellite di vecchia generazione. Secondo i promotori del
progetto, le ‘colombe’ saranno in grado di vedere qualsiasi cosa sul nostro
pianeta.
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