“Un giorno
tutto questo sarà tuo” – mi ripeteva sempre mio padre – “Un giorno tutto questo
apparterrà a te e ai tuoi figli". Non capivo, mi guardavo attorno, vedevo solo
miseria e povertà e cattiveria e dissi: "Padre, se tutto questo un giorno
sarà mio, preferirei non avere nulla, non darmi finte speranze non farmi vedere
ciò che non esiste, dimmi la verità, dove sta il nostro futuro, dove abita la
nostra speranza di un domani felice”. Mio padre mi guardò e annuendo con la
testa disse: “Hai ragione, tutto quello che hai non è nulla, ma devo pur darti
qualche speranza ed per aiutarti a sopravvivere”. Sempre più sconcertato, lo guardai
fisso e dissi: “Alimenti in me finte speranze come per anni hanno fatto i
governanti di questo paese e poi alla fine hanno lasciato una città senza futuro
dove non esiste assistenza per gli anziani dove il diritto alla pensione è un
ricordo che appartiene ormai alla preistoria e dove il lavoro è sempre più una
cortesia che si offre a chi ha più raccomandazioni, dove studiare è un lusso
per pochi e vivere e diventato sopravvivere; perché mi hai messo al mondo se
poi quello che mi circonda mi uccide ogni giorno di più”. “Una lenta agonia -
continuavo a discutere - che non trova nessuna giustificazione. Chi ci governa
pensa solo all’estetica, all’apparire. Una volta c’era l’ideologia, la gente si
schierava. Ora, cazzo, esiste solo l’immagine
e l’offesa personale la fa da padrona nei salotti della politica e in Tv. Una noia
mortale, mentre fuori nel mondo vero c’è chi ogni giorno lotta per non cadere
ed essere schiacciato. Padre non sono un pessimista – continuai arrabbiato - e
la mia parola vale veramente poco rispetto al roboante frastuono delle urla che
si alzano dalla strada di un popolo che ogni giorno è fagocitato da un sistema che
non offre futuro. Padre le timide
speranze sono finite, non m’illudere con quello che sarà, non ho un futuro
visionario della vita, ma sono ancorato ad una scura realtà. Quello per cui hai
combattuto non esiste più, quello per cui hai lottato è ormai carta straccia. Così
si butta nel cesso tutto, dimenticando tutte le persone che per la democrazia
hanno perso la vita. Ogni giorno tiriamo lo sciacquone e mandiamo tutto a
puttane. L’importante e fare spettacolo e aumentare gli indici d’ascolto e poi
si sa ‘Tutto il resto è noia’ come diceva una canzone del Califfo. Spesso la
gente si stufa di sentire le solite canzoni ed aspetta un futuro migliore per
non dover illudere i propri figli che quello che stanno facendo è per costruire
un domani accettabile. Da quando sono nato, siamo tutti in cerca di questa
illusione tutti inseguono la ‘terra promessa’ la nuova realtà che taglierà i
ponti con il domani delle finte speranze. Da quando ho aperto gli occhi su
questa terra, ho solo sentito parlare di crisi e di periodi ‘No’ alternati con epoche
di finte riprese e di crolli vertiginosi. Non ci illudiamo la ripresa in questo
paese è solo una persona che raccoglie due volte una cosa, è una parola senza
senso che non trova nessun significato reale nella vita di tutti i giorni. Sono
un visionario che ha dovuto arrendersi nella finta realtà dell’oasi delle prese
per il culo. Mi sono arenato nelle sabbie della realtà e non trova la luce
della verità. Padre, grazie per avermi reso la vita facile, ma non riesco a
vivere nella realtà virtuale”.
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