Posso farcela, posso percorrere
ancora qualche metro e poi sarò libero - disse G curvando con lo scooter
sull’immenso viale che porta alla stazione - posso ancora seminarli. Riesco a
vederli dallo specchietto retrovisore, sono in due su una moto di alta
cilindrata, ma io ho il mio motorino e conosco ogni anfratto di questa città, sono
molto vicini ad un passo da me. Riesco a sentire addirittura il loro fetido
odore di cattivo dopobarba e fumo, ascolto la moto ruggire alle mie spalle,
sudo non posso che accelerare. Ecco, ora sono a manetta, non li vedo più
rispuntano dietro un cassonetto eccoli ora sono di faccia. Quello dietro si
alza mi punta la pistola contro poi spara. Un colpo sordo. Ascolto il
proiettile fischiare, mi passa proprio vicino l’orecchio, mi perdo un attimo ecco…
ci sono ora posso scappare. Bang! Ancora un altro colpo. Mi ferisce alla gamba
destra vedo il sangue zampillare dalla ferita. Scappo, cerco rifugio in un
vicolo stretto, sono a manetta, ma sono ancora dietro di me li sento urlare,
imprecare. Un altro colpo mi colpisce in pieno volto. Silenzio, non provo più
nulla. Sento dei piccoli schiaffetti che colpiscono la mia fronte. Apro gli
occhi. Mia figlia piccola mi guarda fisso e continua colpirmi violentemente
ridendo. Era solo un brutto sogno. Sorrido, non sono morto. Devo smettere di
guardare i film polizieschi mi fanno un brutto effetto.
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