Apro gli
occhi ma è buio pesto, dove mi trovo ? E’ questa la domanda alla quale non
riesco a dare subito una risposta. Una goccia di sudore scorre veloce dalla
fronte e arriva solleticando la mia faccia fin sotto il collo provocandomi brividi
fuori moda per una giornata di agosto. Provo ad asciugarmi con le mani, ma non
riesco a muoverle perché sono legate. Dove sono finito? Alzo la testa ma è buio
pesto provo a muovere le gambe, lo spazio e talmente stretto che non riesco a
spostarmi di un solo centimetro. Provo a muovere la testa e sbatto
violentemente contro un muro sono steso, questo e certo, ma non riesco ad
articolare le gambe. L’aria è calda e viziata e sento rumore di passi sopra di
me.
Mi libero a
fatica le mani strusciando sul pavimento e consumando i legacci di plastica che
mi bloccano le articolazioni. Frugo frettolosamente nelle tasche e prendo il
telefonino. Cazzo non posso crederci e non riesco a camminare, qualcuno mi ha
murato vivo, intorno a me vedo solo mattoni ed ho pochi centimetri per
spostarmi.
Sono in una
nicchia di cemento e foratini: ma come cazzo sono finito qui? Panico. Mi sento
oppresso, mi muovo di scatto, ma batto forte con la fronte sul muro e svengo
dal dolore. Riapro gli occhi, ma sotto le mie palpebre il pietrisco e la
polvere fanno lo stesso... (continua a leggere)
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