martedì 7 maggio 2013

Non toccatemi i Pistoni


Il primo pistone lo ebbe regalato all’età di cinque anni. Non sapeva neanche di che cosa si trattasse, ma la sua curiosità fu attratta dalla lucentezza dell’oggetto e dalla meccanica perfetta. Stava in uno scaffale di un negozio di pezzi di ricambio e non era sfuggito allo sguardo vigile del bambino che da subito provò un’enorme attrazione nei confronti del pezzo di metallo lucido e ben levigato. Si perse in quel piccolo ammasso di lega ondulata che deformava il suo volto in maniera quasi ridicola e accennò un pianterello per attrarre l’attenzione del genitore. Poi, come sempre accade, ebbe la meglio e tornò a casa con l’oggetto tanto desiderato. Fu da subito il suo giocattolo preferito, lo portava in giro e lo faceva vedere agli altri compagni che giocavano con i soldatini mentre lui solo e sempre col suo pistone. Era lo stantuffo di una Fiat Cinquecento. Da allora il bimbetto ne ha percorsa di strada diventando un uomo di successo e guarda caso proprio nel campo della meccanica. Ma quella sua mania per i pezzi automatici non è mai finita. Inizio ad acquistarne altri tassativamente nuovi ed imballati come il suo primo pistone. Comprava teche trasparenti e li metteva in bella mostra nella sua stanza. Dopo poco nella camera non c‘era spazio più per nulla. Una volta al mese doveva lucidarli tutti con prodotti specifici e per l’occasione indossava una tuta da meccanico. La sua mania rallentò soltanto nel periodo della maggiore età quando conobbe la sua fidanzata alla quale immediatamente fece vedere la sua collezione di pistoni. Si sposarono dopo pochi anni e lei obbligò il nostro eroe a non portare i pezzi nella nuova abitazione. Spinto dal forte amore, lasciò la collezione a casa dei genitori. Durante i primi anni del matrimonio la sua attenzione nei confronti della meccanica di precisione non tramontò mai, ma la consorte frenava ogni suo istinto da sfrenato amatore. La moglie lo lasciò miseramente qualche anno dopo quando scoprì che la sua eccessiva ossessione per i pistoni non era mai tramontata. Spostando il letto per le pulizie trovò una botola, la aprì e finì in una stanza tutta fatta e vetrine, dove all’interno c’erano solo pistoni. Il marito cerò di spiegare, ma la donna si sentì tradita e ruppe il rapporto bruscamente dalla sera alla mattina. Il nostro amico restò solo con i pistoni, ma questa disavventura non lo fece arretrare di un solo passo e al contrario stimolò un collezionismo compulsivo nei confronti degli stantuffi meccanici. In Internet scoprì altri maniaci come lui e partecipò a raduni, dove il protagonista era tassativamente sua Maestà il pistone. Inizio a comprarne di tutti i formati e dimensioni immediatamente il suo appartamento diventò un deposito per pistoni ne aveva di tutte le specie. Non aveva più spazio in casa. Negli armadi tra i vestiti spuntavano teste metalliche, sotto il letto ancora imballati giacevano tre enormi pistoni di un camion tedesco acquistati direttamente in Germania dal proprietario camionista. Erano ovunque: in cucina tra le pentole e perfino in bagno nella vasca e nel box doccia. Entrando in quella casa immediatamente eri investito da una puzza di olio e metallo. Una sera rincasando dopo un raduno di maniaci del settore non vide il piccolo pistone che giaceva proprio nei pressi dell’uscio di casa, scivolò e andò a sbattere con la testa su una teca di vetro che ovviamente conteneva stantuffi meccanici. Lo trovarono immerso nel sangue e privo di vita. Ci vollero diversi giorni per liberare l’appartamento dai numerosi pezzi da collezione e nella sua bara il padre fece mettere quel suo primo pistone che gli aveva regalato all’età di cinque anni.

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