Tutt’intorno
è silenzio. Sono qui che scrivo mentre tutto tace nella casa che dorme. Mi alzo,
ho sete e attraverso il corridoio buio che mi porta alla cucina. Non accendo la
luce, apro il frigorifero e un intenso bagliore illumina la stanza. Afferro la
bottiglia e bevo a sazietà: troppo fredda. Un crampo allo stomaco mi piega in
due dal dolore. Chiudo la porta del frigo e ripiombo nel buio più totale. Così alla
ceca mi muovo all’interno della casa. Provo a raggiugere il salone, ma c’è un
buio troppo fitto che non mi fa vedere nulla. Apro la porta di una stanza, ma
trovo ancora scuro non riesco a muovermi e c’è un’intensa puzza di detersivo.
Cazzo sono finito nello stanzino. Provo ad uscire, ma qualcosa mi afferra alle
spalle, cerco la fuga, ma la presa e forte e non mi permette alcun movimento.
Non ho il coraggio di girarmi, allungo una mano dietro per cercare di allentare
quella salda presa. Grido, mi dispero, niente non molla mi sento in trappola e
l’acqua ghiacciata ha facilitato la mia digestione. Non la trattengo: ops! Sono
in un mare di merda. La puzza di detersivo ora è un lontano ricordo. Non riesco
a muovermi e continuo ad urlare. Sento dei passi poi una luce. E’ mia moglie, tiro
un sospiro di sollievo. Apre la porta dello stanzino. “Aiutami – le dico con la
voce strozzata dalla paura – qualcuno mi ha afferrato”. Lei ride e senza
parlare leva la scopa impigliata nella mia maglietta che mi tratteneva nel
ripostiglio e torna a letto. Mi alzo sudato e sporco, ma soprattutto consapevole
dell’enorme figura di merda. Bilancio della serata: un’avventura in pochi metri
quadrati ed uno stanzino che ora è una fogna a cielo aperto.
Nessun commento:
Posta un commento